
Reduce dal brillante successo casalingo nel derby contro Tarcento, la formazione di coach Andreotti si presentava in riva alla Livenza con i bioritmi al massimo per incontrare un Humus ancora privo di Varuzza.
Le fasi iniziali di gioco lasciano subito intravvedere in quale solco si incanalerà la partita: Clemente e Mulato ingaggiano alcuni duelli uno contro uno, inizialmente favorevoli all’ala sacilese. A referto, nei primi minuti, vanno solo giocatori in maglia bianca in virtù di percentuali altissime di realizzazione e di una difesa che non permette ai Tricesimani di bucare la retina nemmeno in appoggio a tabellone. Il 15-0 dei primi quattro minuti racconta di un dominio humussino che in realtà è solo statistico, poiché sul campo il divario tecnico non è affatto evidente. Una tripla fuori equilibrio di Sandrini e un contemporaneo errore di Mulato segnano, dopo quasi cinque minuti di azioni, il vero inizio partita degli ospiti che già alla fine del quarto si sono rifatti sotto, sul 19-12.
Un primo quarto spumeggiante lascia spazio a un secondo parziale antiestetico in cui la notizia è l’esordio del giovane Cadonà fra le fila sacilesi. Il resto è una sagra di errori da ambo le parti, favorita da difese permissive e attacchi altamente imprecisi. Il quintetto di Andreotti, indemoniato in attacco, recupera rimbalzi e si costruisce ripetute seconde occasioni di tiro ma le mani ancora tremano e il parziale prosegue con punteggio da minibasket. Nell’economia di una partita con pochi canestri anche una sola realizzazione può risultare determinante, è così che quando Brecciaroli rimette in campo Bomben e Bellinvia il loro pur minimo contributo a referto, insieme alla tripla di Chiesurin, permette ai sacilesi di portarsi a una decina di punti di vantaggio. Gli ospiti reagiscono ancora con l’1vs1 e con Zanchetta ed Ellero infilano la vena giusta. Anche Clemente entra in coppia e si rifà con gli interessi nei riguardi di Mulato prima che questi, con un ottimo taglio in area, trasformati in sottomano un bel canestro. Finalmente entra in partita anche Gozzi, che trascina Tricesimo sul 36-31 di metà partita.
Brecciaroli sembra aver infuso rinnovata aggressività nei suoi ragazzi ma la reazione alla ripresa è un fuoco di paglia e l’inerzia del gioco, passata in mano agli ospiti già prima della pausa, rimane appannaggio dei Tricesimani anche alla ripresa. Il sacilese Bovolenta è l’unico a emergere in mezzo alla confusione del suo attacco, incapace di ferire in transizione ma anche di costruire buoni tiri. La carenza di idee e di esplosività nelle gambe sono il viatico al recupero degli udinesi, guidati da un ispiratissimo Gozzi, che a metà tempo impattano il risultato. La sensazione è che l’attacco sacilesi sia invischiato nei ritmi lenti del palleggio di Boaro e compagni e che tanto basti per mandare al tappeto l’anemica squadra di casa. I Tricesimani sono padroni del campo e il rumoreggiare del pubblico per un paio di chiamate arbitrali dubbie sono sintomo di frustrazione per una prestazione insoddisfacente. E quando Fabbro divora un bell’assist che lo libera da solo sotto canestro Brecciaroli cerca in panchina qualche idea utile e trova ancora una volta in Verardo l’uomo giusto, capace di mettere in fila quelle due cosette di poco conto che fanno però molto bene alla gestione della gara. E’ suo il canestro su tiro in arresto che permette ai liventini di chiudere avanti anche il terzo quarto, benché di minima misura, sul 49-47.
E’ suo anche il canestro che apre l’ultimo tempo, fatica che però è subito vanificata dal bersaglio di Ellero. La velocità delle azioni è sempre bassa e si gioca per i post bassi alla ricerca di una soluzione spalle a canestro o di uno scarico per il tiro dalla breve distanza. Sono proprio i jumper dalla media a scandire la partita, il cui risultato di mantiene sul filo della parità, fatta eccezione per una transizione capitalizzata da Dal Bello. La ricerca di velocità e di contropiede costa qualche possesso di troppo ai sacilesi, che vanificano con lanci lunghi i preziosi recuperi difensivi. Il tiro dalla grande distanza non funziona non solo perché a Bellinvia trema la mano ma perché trema a tutti i tiratori, compresi Bravin e compagni. E’ così che sale in cattedra Bovolenta, già in evidenza in precedenti fasi della partita, che confeziona il mini-break a 4’33” che porta l’Humus sul 59-55 e costringe Andreotti a fermare il gioco per un minuto di sospensione. L’idea del coach udinese è di mettere la bavaglia al centro sacilese, l’unico veramente in palla, raddoppiandolo appena riceva palla. Al rientro la misura funziona e sul rovesciamento di fronte Bravin trova la bomba del 63-60 a 3’00”. Questa volta è Brecciaroli che corre ai ripari con la sospensione decidendo di puntare tutto sul suo lungo principale. Ma al rientro è Dal Bello a proseguire il lavoro, poi Bovolenta trova un altro favoloso fade away che taglia le gambe ai Tricesimani. Gli udinesi tentano il tutto per tutto nell’ultimo minuto ma trovano una vigorosa stoppata di Fabbro su Clemente a sancire, prima di ulteriori inutili segnature, la vittoria dei liventini che in definitiva la spuntano per 73-66.
Matura così una delle vittorie più sofferte dei sacilesi che riescono a tenere in piedi una gara nonostante l’evidente carenza di ispirazione. Il trend delle ultime tre uscite non è rassicurante se il riferimento è alla pressione difensiva e all’accuratezza al tiro, ma anche a fronte di una tale tendenza sono arrivati segnali positivi nella capacità di gestire punto a punto le gare. Termina con un bilancio oltremodo roseo il girone di andata: un capitale di punti prezioso per il raggiungimento dell’obiettivo minimo di stagione, la salvezza.
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