HUMUS – Azzano 71-61

Fontanafredda capoluogo del basket di Promozione in una piovosa domenica di primavera. Nel palazzetto di Villadolt andava in scena lo scontro di finale delle Final Four fra Humus e Azzano. Reduci da due combattute gare di semifinale i due roster si sono affrontati senza che l’acido lattico accumulato meno di 24 ore prima facesse il suo effetto, indice di notevole stato di forma e di grande spinta emotiva.

Con l’impianto gremito come ai tempi gloriosi della pallavolo professionistica, le azioni iniziali della partita non servono a nulla perché il primo vantaggio arriva dopo oltre 2 minuti di gioco ed è appannaggio degli azzanesi. Si gioca a chi fa meno e l’adagio viene preso alla lettera da ambo le squadre, in particolare dall’Humus che impiega addirittura 6 minuti per dare lavoro ai refertisti. Verrebbe da dire che dominano le difese, la realtà è che i giocatori ci mettono esplosività quando invece basterebbe un pizzico di precisione. A 3 minuti dalla fine Bellinvia trova una tripla ma passa un ulteriore giro di lancette e il punteggio è ancora tennistico. Seguono reciproci colpi alla figura interrotti dal gong di fine primo round sul 9-9.

Lo spettacolo, più che in campo, è sugli spalti: con le tifoserie disposte ordinatamente sulle opposte gradinate l’incitamento è rumoroso e sportivissimo. Nei secondi dieci di partita gli humussini dimostrano di non avere la paura del giorno precedente ma gli errori sono gli stessi della semifinale. La tensione è palpabile anche nella panchina avversaria con Pontani che assiste in ginocchio agli attacchi dei suoi ragazzi, che difettano un po’ in centimetri ma non certamente in fisicità. Le leve degli humussini si allungano su ogni pallone, talvolta guadagnando extra possessi. Il pallino dei liventini è in mano a Fabbro che però fa meno male del necessario, gli viene in soccorso allora Giro che imprime la spinta del +5 sul 16-11. Casagrande cerca la via del canestro ma le sue azioni arrivano a un millimetro dalla segnatura, intanto gli azzanesi perdono un po’ troppi palloni senza nemmeno tentare il tiro. Fabbro trova la misura dai 6,75 e porta i suoi sul 19-13. Come dei piccoli roditori Botter e Schiavo rosicchiano punti a piccoli morsi si tengono a distanza di tiro, poi con un lancio in stile baseball coprono il campo in un solo passaggio e realizzano l’assist perfetto, fotografia della loro abilità nel contropiede. Ci pensa dinuovo Giro a ricacciarli indietro sempre dalla lunga ma ogni canestro dei sacilesi è seguito da una persa o un tiro fallito. Poi l’assolo di Botter, dal campo e in transizione veloce. Sul finire di quarto Pontani blocca sul nascere un possibile allungo avversario chiamando una sospensione ma Bellinvia e uno scatenato Casagrande vanificano il tentativo e la sirena della metà partita ferma tutto sul 34-29.

La pausa è utile ai giocatori per riprendere fiato e al pubblico per riposare i timpani messi a dura prova dai decibel prodotti sugli spalti. Il riposo degli atleti è preso alla lettera perché come in avvio di primo quarto servono 3 minuti per assistere al primo canestro. I sacilesi aumentano la pressione offensiva ma a farsi sotto sono gli azzanesi, ancora con Schiavo e Botter. Brecciaroli cambia assetto e mette in campo Quitadamo: la guardia ripaga la fiducia con un prezioso jumper seguito sul capovolgimento di fronte da uno sfondamento subito con una difesa magistrale. Il pubblico è in delirio: il capitano in un minuto ha impresso la sferzata che serviva. Pontani corre ai ripari e dispone i suoi in pressing sulla rimessa avversaria. Fabbro trova la via del canestro in uno contro uno ma quelli bravi nella specialità sono gli azzanesi che riescono nell’esercizio in più riprese, con Zambon e Zucchetto. L’allungo dei sacilesi non riesce nemmeno questa volta e a 4 minuti dalla fine il vantaggio è di altrettante lunghezze. Zucchetto mette un piazzato dalla media in faccia proprio a Fabbro ma sulla successiva azione è Giro a subire lo sfondamento. Per il pubblico la recuperata vale quanto un canestro e l’entusiasmo diventa visibilio quando Quitadamo mette anche una tripla del nuovo +6. In campo Brecciaroli ha tutti tiratori dalla lunghissima: Bellinvia, Giro, Quitadamo, Morandin e Fabbro ma paradossalmente arriva la persa per infrazione di 8” nella transizione offensiva. Saranno anche tiratori dalla lungama le percentuali ai liberi sono sotto il 50%. Per loro fortuna Bellinvia, cerca di entrare in striscia con un altro tentavivo ma sopraggiunge la sirena, sul 49-43.

Il titolo perfetto del quarto finale potrebbe essere “o la va o la spacca”: i sacilesi si trovano ancora una volta, l’ennesima volta, nella condizione di sferrare il colpo definitivo. Specialmente quando Bellinvia trova una nuova tripla e Quitadamo insegna a tutti come difendere sul contropiede avversario (altro sfondamento subito). Arriva invece un piccolo parziale di 4-0, a firma di Botter e Schiavo, che forza Brecciaroli a sospendere le ostilità. Il coach insiste puntando su Fabbro in penetrazione: il centro dà il massimo e anche più ma i suoi talenti migliori non sono quelli dell’affondo faccia a canestro, almeno in serata. Il centro sacilese di prezioso produce comunque qualcosa ed è il quinto fallo del suo diretto marcatore, Zucchetto, che lo libera dai pensieri perché subito centra due liberi. Il vantaggio è di 5 punti quando manca poco più che metà quarto. La partita è apertissima: nonostante l’Humus sia più forte la voglia di vincere di Azzano è superiore e nel momento forse più delicato dei liventini arriva l’ennesima perla di Giro, ancora una volta dai 6,75. Minuto per Pontani e possesso ai sacilesi a 3’29” sul 62-56. A 95” dalla fine arriva il ko definitivo ad opera di Bellinvia con una fortunosa tripla di tabella. Restano i secondi dei falli sistematici e dei viaggi in lunetta che alla fine consegnano all’Humus una meritata vittoria, per 71-61.

Termina in gloria un percorso ricco di soddisfazioni per Brecciaroli e compagnia, tagliato con fatica e merito, impreziosito da vittorie contro squadre decisamente valide e meritevoli della qualificazione alle Final Four provinciali: Lignano e Azzano hanno mostrato a tutti che le vittorie ai quarti con squadre forse più importanti di loro non sono capitate a caso. Azzano esce a testa alta e con il plauso di tutto il palazzetto, anche di quello di fede humussina, con il sorriso sulla bocca e consapevole di avere messo in difficoltà (seria difficoltà) il roster sacilese dando a tutti un grande esempio di sportività. Incontenibile la gioia di tutto il roster Humus alla fine di una due giorni fisicamente e mentalmente molto impegnativa, un successo per nulla significativo in chiave promozione ma che va oltre gli obiettivi di inizio stagione.

Lascia un commento